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Mag 2023

Per la campagna 2023-2024 si prevede un raccolto di grano superiore ai 4 milioni di tonnellate.

L'Italia sta vivendo un notevole aumento nella produzione nazionale di grano duro, l'ingrediente fondamentale per la pasta. Secondo le previsioni del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), per la campagna 2023-2024 si prevede un raccolto superiore ai 4 milioni di tonnellate, registrando così una crescita del 12%.

Queste stime sono state rese note durante gli attesi DurumDays 2023, l'evento annuale che riunisce tutti i principali attori della filiera per fare il punto sulle previsioni della nuova campagna. Tra i partecipanti figurano Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative agroalimentari, Compag, Italmopa, Unione italiana food e il Crea stesso.

"Per l'Italia, questa è una significativa ripresa", afferma Carlo Bevilacqua, responsabile di Market Intelligence presso Areté, partner tecnico dei DurumDays. "Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che quest'anno le aree seminate nel nostro paese sono diminuite di circa l'1%. Questo significa che le buone performance italiane saranno strettamente legate all'andamento delle rese, che al momento sembrano promettenti. Tuttavia, il fattore meteorologico rimane un'incognita significativa che influenzerà il calcolo finale."

Nelle regioni del Centro-Nord, le coltivazioni di frumento duro sembrano essere in buone condizioni al momento, ma l'andamento meteorologico delle prossime settimane, comprese le piogge recenti, potrebbe compromettere la produzione finale. Oltre alle dinamiche nazionali, è importante considerare lo scenario produttivo mondiale.

Secondo i dati elaborati da Areté, nel corso del 2023 si prevede un notevole recupero produttivo sia in Europa, con una crescita complessiva del 5%, che in Nord America, con un aumento del 5% nelle raccolte del Canada e del 3% negli Stati Uniti. Tuttavia, nonostante questa ripresa, la produzione mondiale nel bilancio 2023-24 segnerà un deficit, seppur leggero, dell'1%. Inoltre, le scorte attuali sono ai minimi storici, generando preoccupazioni tra gli esperti riguardo a possibili tensioni sui prezzi.

Parlando dei prezzi, negli ultimi anni si è osservata una diminuzione significativa delle quotazioni del grano duro, sia a livello nazionale che internazionale. In Italia, ad esempio, le quotazioni sono diminuite del 30% nell'ultimo anno. Allo stesso modo, le medie dei prezzi sono diminuite del 19% in Canada e del 25% negli Stati Uniti durante la campagna 2022-23, secondo i dati di Areté.

Tuttavia, il futuro dei prezzi del grano duro rimane incerto. Bevilacqua 

sottolinea alcuni elementi di rischio che potrebbero influenzare i prezzi nel prossimo futuro. "Sul fronte dei prezzi del grano duro, ci sono diversi fattori di rischio da considerare", spiega Bevilacqua. "Innanzitutto, c'è la questione delle rese, che potrebbero non raggiungere le previsioni a causa di possibili avversità meteorologiche. In secondo luogo, c'è l'esigenza di aumentare le scorte, che attualmente sono ai minimi storici. Infine, dobbiamo considerare che i prezzi degli altri cereali sono notevolmente inferiori a quelli del grano duro. Se le quotazioni di uno di questi cereali dovessero aumentare, potrebbe innescare un effetto domino che influenzi al rialzo anche il prezzo del frumento duro".

Un esempio che potrebbe avere un impatto significativo è l'accordo sull'export del grano tenero ucraino, che scadrà a breve. Se non venisse prorogato, potrebbe verificarsi un aumento delle quotazioni di questo cereale, con possibili ripercussioni anche sul prezzo del grano duro.

Tuttavia, riguardo al ruolo chiave del Canada nel determinare i prezzi del frumento duro, Bevilacqua fa notare che non ci si aspetta una ripetizione dei rialzi dei prezzi osservati l'anno scorso. "I massimi raggiunti in passato non rappresentano più una minaccia", assicura l'esperto di Areté. "Anche se i prezzi potrebbero aumentare, non raggiungeranno mai livelli critici come in passato. Per tornare ai livelli di due anni fa, sarà necessaria almeno un'altra campagna di produzione positiva".

In conclusione, l'aumento della produzione di grano duro in Italia rappresenta una buona notizia per il settore, ma ci sono ancora sfide da affrontare. Le incertezze legate alle rese, la necessità di aumentare le scorte e i rischi legati ai prezzi internazionali dei cereali richiedono una vigilanza costante. Gli esperti rimangono cauti e consigliano una monitoraggio attento degli sviluppi futuri, in modo da adattarsi alle eventuali fluttuazioni di mercato e garantire la stabilità del settore.